Chichén Itzà: scoprirla dall’alto della piramide

Quando ancora Chichén Itzà non era stata eletta una delle sette Meraviglie del Mondo Moderno. Quando ancora si poteva salire fino in cima alla piramide. Quando ancora non esistevano i selfie e la frenesia da condivisione social. Noi eravamo lì.

Avvolti da un’umidità pazzesca tipica del periodo, ma triplicata dal recente passaggio dell’uragano Emily.

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Chichen Itza è la città di epoca precolombiana più estesa e meglio conservata dello Yucatan. Fu un importante centro economico, politico e religioso che vide la fusione fra la cultura maya e quella tolteca.

Il sito comprende vari edifici, ma l’opera architettonica più nota è El Castillo, la piramide del sovrano Kukulkan, costruita sulla sommità di una preesistente al cui interno sono stati trovati una statua e un trono rosso a forma di giaguaro, impreziosito da inserti in giada.

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A sinistra la galleria per accedere sulla sommità della piramide interna

Alta 25 metri più il sovrastante tempio rettangolare, rappresenta il calendario Maya. Formata da quattro scalinate con un’inclinazione di 45° indicanti le stagioni, con 91 gradini ciascuna che sommati alla piattaforma più alta danno un totale di 365. Esattamente come i giorni dell’anno.

Un gioco di luce impressionante si verifica sulla scalinata nord il 21 marzo e il 21 settembre, nei giorni dell’equinozio, quando al tramonto il sole batte sulla piramide creando un’ombra simile a un serpente che scende lungo le scale e incontra in basso la testa dell’animale intagliata nella pietra, congiungendosi alla perfezione. Col calare della luce sembra prendere vita muovendosi sinuosamente verso il cielo. E’ il dio Kukulkan il serpente piumato venerato da molte popolazioni mesoamericane che torna per alcuni istanti sulla terra.

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Testa del serpente piumato Kukulkan

Sarebbe bello programmare un viaggio in questo periodo per assistere a questo fenomeno!
Dicono che l’illusione ottica sia buona anche la settimana prima e la settimana dopo gli equinozi e forse un pò meno affollata.

Arrampicarsi su quei gradoni altissimi è stato più facile e veloce del previsto, era troppa la curiosità di arrivare là sopra. Guardando l’orizzonte si vedeva solo la macchia verde della selva a perdita d’occhio e guardando in basso, la vertiginosa percezione di una parete verticale. C’era vento, tanta gente e nessuna protezione, era infatti immaginabile che presto avrebbero preso misure di sicurezza. Siamo scesi abbastanza in fretta gattonando all’indietro e tenendoci stretti alla traballante corda perché stava arrivando un temporale e dovevamo metterci al riparo.

Se volete farvi un’idea del panorama che si vedeva dall’alto guardate il Video di Chichén Itzà!

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Battete le mani ai piedi della piramide. Sentirete un suono simile al verso di un quetzal, un uccello considerato sacro. Questo è uno dei tanti affascinanti effetti sonori a testimonianza delle elevate conoscenze acustiche possedute dagli antichi Maya.

Anche nel campo dedicato al Juego de pelota battendo le mani sentirete un’eco prolungato di forte intensità e se parlate da un’estremità del campo qualcuno potrà incredibilmente udire la vostra conversazione dall’altra parte.

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Chichen-Itza-meraviglie-del-mondo-tzompantliCon i suoi 168 metri di lunghezza e 70 di larghezza è il più grande campo da gioco Maya dell’America centrale.
Si pensa che in questo sport due squadre si sfidassero con una pesante palla di gomma che doveva entrare in uno degli anelli di pietra fissati ai muri laterali. I giocatori potevano usare solo i fianchi per farla rimbalzare, ma nelle versioni più recenti, basandosi sui bassorilievi raffiguranti protezioni su gomiti e ginocchia, utilizzavano anche altre parti del corpo. Non si trattava di un evento divertente, al contrario era una vera e propria cerimonia che si concludeva con il sacrificio del capitano o forse dell’intera squadra sconfitta. L’impresa era molto difficile, per questo non così frequente.
La palla rappresentava il sole e probabilmente gli anelli di pietra le albe, la fine del gioco segnava quindi la fine del giorno a cui seguiva una rinascita.

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Anello di pietra nel campo da gioco delle rovine di Coba

Dietro El Castillo si trova il grupo de las mil columnas un insieme di colonne e pilastri incisi che comprende il Tempio de los Guerreros (Tempio dei Guerrieri), il Templo de Chac-Mool e il Bano de Vapor (Casa del Vapore).

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Chichen-Itza-meraviglie-del-mondo-ChacMoolUn’altra costruzione significativa è El Caracol, così chiamato dai conquistadores spagnoli per la scala a chiocciola al suo interno, uno dei pochi edifici a pianta rotonda dell’area con una sofisticata struttura. Le quattro porte di acceso sono rivolte verso i quattro punti cardinali e le finestre della cupola si allineano in determinate date alla posizione di alcune stelle. Questo osservatorio era utilizzato dai sacerdoti per stabilire con precisione la traiettoria del sole e il ricorrere delle stagioni da cui dipendevano i cicli agricoli, cerimonie e rituali religiosi.

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A breve distanza si erge il complesso des Las Monjas. Un grande edificio con tante stanze che gli spagnoli attribuirono ad un monastero dandogli il nome Monjas cioè monache. Ma si trattava in realtà di un palazzo reale. Accanto si trova la Iglesia (la chiesa).

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Poi lo spettacolare Cenote Sagrado, un pozzo naturale enorme considerato un antico luogo di pellegrinaggio utilizzato dai Maya anche per i sacrifici umani come hanno dimostrato i numerosi resti di ossa trovati sul fondo.

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Il nome stesso di Chichén Itzá, “chi” (bocca) e “ch’en” (pozzo) degli Itza (una etnia legata ai Maya), deriva dalla presenza di questo cenote.

Come arrivare a Chichén Itzá

Potete raggiungerlo avvalendovi dei tour organizzati dalle tante agenzie locali, che in giornata vi portano alle rovine, vi accompagnano nel percorso guidato e vi riaccompagnano alla vostra struttura. Potete prendere i mezzi pubblici da tutte le città della zona che arrivano fino all’entrata del sito. La compagnia di bus ADO è la più famosa e confortevole, consultate il sito ufficiale per orari e prezzi. Oppure potete noleggiare una macchina come abbiamo fatto noi.

Playa del Carmen si trova a circa due ore (180 km).

Orari e costi

Il parco è aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 17:00  (ultimo ingresso alle 16:00)

Il costo del biglietto è di circa 12 euro (240 pesos). Si paga un supplemento per entrare con una videocamera. I treppiedi sono proibiti.

Forse non tutti sanno che…

Nel 2015, si è scoperta l’esistenza di un grande cenote sotto la piramide El Castillo collegato con un sistema di gallerie sotterranee, un luogo sacro per i Maya che ritenevano fosse un passaggio con l’altro mondo.

Nel 2016, si è scoperta una terza piramide più piccola alta 10 metri all’interno della seconda trovata nel 1930 alta 20 metri. Si tratta quindi di tre piramidi a matrioska una dentro l’altra dalla più antica alla più recente.
La piramide più esterna risulta costruita tra il 950 e il 1000. La seconda tra l’850 e il 900, mentre la terza tra il 600 e l’800.

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Siamo Elisa ed Enrico, compagni di vita e di viaggio. Abbiamo iniziato a girare il mondo insieme nel 1999 e non siamo più riusciti a smettere. Pensavamo di essere affetti da una rara patologia di viaggio dipendenza scoprendo poi quanto fosse diffusa…

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