Isola di Pasqua: alla scoperta dei Moai

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Esiste davvero.
Talmente piccola che nemmeno un puntino può rappresentarla sul mappamondo, solo la scritta “Easter Island” fra l’azzurro dell’Oceano Pacifico.

Lontana da tutto, è la più sperduta delle isole abitate. Vicina, si fa par dire, solamente al Cile, di cui fa parte nonostante i quasi 4.000 chilometri che la separano dalle sue coste.

Venne scoperta dal navigatore Jakob Roggeveen nel 1722 mentre nel mondo occidentale si celebrava la Pasqua, da qui il suo nome, anche se per gli abitanti è da sempre Rapa Nui, cioè la grande roccia.

Isola di Pasqua Elisa Enrico

A noi è piaciuta tantissimo!
Dal suo lato selvaggio fatto di cavalli che corrono liberi, di onde indomabili e vento incessante, al suo lato più dolce, fatto di collane floreali di benvenuto, cieli dipinti e musiche melodiche. A conquistarci è stato soprattutto il suo lato misterioso, quello fatto di affascinanti enigmi irrisolti, leggende tramandate e cultura ancestrale racchiusa negli enormi busti di pietra.

E’ facile non avere idea di dove si trovi quest’isola, più improbabile non averne mai visto le immagini dei suoi “testoni” che l’hanno resa tanto famosa. Si chiamano Moai, sono centinaia, se ne contano più di 800 sparsi un pò ovunque.

Ci sono diverse teorie riguardo al perchè furono costruiti e sul loro significato. Qualcuno ritiene rappresentassero gli spiriti dei predecessori, forse capi tribù o valorosi guerrieri. Altri pensano fungessero da guardiani dell’isola intimorendo eventuali invasori. Essendo però rivolti verso l’entroterra è più plausibile la teoria che fossero monoliti del buon auspicio, atti a portare benessere e prosperità. C’e’ anche chi vede in loro un avvenuto contatto extraterrestre.

Isola di Pasqua Ahu Tahai

Alcuni sono costruiti su delle piattaforme dette ahu, alcuni sono rovesciati e in parte distrutti, altri sono rimasti incompiuti e tanti sono ancora da scoprire.

Il primo che abbiamo incontrato è il Moai di Tahai, l’unico al quale sono stati ricostruiti gli occhi. E’ collocato accanto alla città, proprio a due passi dalla nostra camera. Un posto stupendo sul mare che regala i tramonti migliori.

Ci siamo fermati sull’isola tre giorni, che è il tempo sufficiente per vederla tutta, girandola piacevolmente in scooter. Viste le ridotte dimensioni si può visitare anche in bicicletta. Vi avvertiamo però alcune salite sono toste!

Merita una giornata intera la visita del vulcano Rano Raraku, dove furono costruiti quasi tutti i Moai. E’ una sorta di “cantiere”, qui i blocchi di tufo venivano estratti e scolpiti. Una volta pronti li portavano nei vari punti dell’isola. Come facessero a trasportarli è uno dei tanti misteri. Forse con l’uso di tronchi usati come rulli, ipotesi che spiegherebbe anche la scomparsa dei boschi di palma.

Isola di Pasqua Rano Raraku

Isola di Pasqua Rano Raraku Moai

Isola di Pasqua Rano Raraku Moai Enrico

Isola di Pasqua Moai sotterrati

Camminare nel verde acceso del prato, fra le grandi teste dal busto stilizzato e nascosto sottoterra, fa proprio un certo effetto!

Nelle immediate vicinanze il sito che più di tutti ci ha lasciato estasiati: Ahu Tongariki, uno dei posti più fotografati dell’isola e non è difficile capirne il motivo. Quindici Moai in fila che si ergono come fieri soldatini sullo sfondo blu del mare.

Ognuno ha una propria identità come dimostrano anche le diverse altezze e i differenti tratti del volto.

Isola di Pasqua Ahu Tongariki Moai

Da vicino si vedono bene sul dorso le incisioni nella scrittura locale il Rongorongo, lingua ancora indecifrabile e sconosciuta, utilizzata anche sulle tavolette di legno trovate nelle vicinanze.

Ai nostri occhi sono apparsi come giganti buoni che celano orgogliosi infiniti segreti.

Questo posto è bello in qualsiasi momento della giornata, ma essere lì mentre il sole si alza tra le statue, proiettando lunghe ombre sul campo è incredibile.

Vi consigliamo pertanto di alzarvi molto presto per godervi l’alba più poetica e mistica della vostra vita.

Isola di Pasqua Ahu Tongariki Moai alba

Salire sul vulcano Rano Kau permette di vedere la scenografica laguna formatasi al suo interno, contornata da piante e fiori che sono riusciti a conservarsi, trovando qui il loro habitat ideale.

Dalla sommità del cratere si vede la capitale, nonchè unica cittadina, Hanga Roa. Mentre alla base, affacciate sull’Oceano, le abitazioni in pietra dell’antico villaggio cerimoniale di Orongo.

Isola di Pasqua vulcano laguna
Laguna dentro al vulcano Rano Kau

Questo posto offre una delle storie più affascinanti del popolo Rapa Nui, quella legata alla competizione dell’uomo-uccello. Si svolgeva ogni anno, coinvolgendo i rappresentanti di ciascun villaggio che si sfidavano in una pericolosa gara di arrampicata e nuoto. L’obiettivo era di raccogliere il primo uovo della stagione nell’isolotto di fronte e riportarlo intatto. Il clan vincitore otteneva così il potere fino al successivo anno.

Isola di Pasqua Orongo Elisa ed Enrico

Isola di Pasqua Orongo case in pietra Moai

Un’altro sito molto bello, è quello di Ahu Akivi, con gli unici Moai che guardano il mare. La loro particolarità è di essere perfettamente orientati verso il tramonto durante l’equinozio di primavera e di avere l’alba alle spalle durante quello autunnale. Pertanto oltre a proteggere il villaggio che sorgeva alle loro spalle, serviva come osservatorio astronomico.

L’isola di Pasqua è magnetica.

Non solo per il fascino che esercita su chiunque ci mette piede ma anche per l’effetto che produce su bussole e orologi. Raggiungete Te Pito Kura e vedrete le apparecchiature impazzire in prossimità di una pietra, perfettamente tonda, conosciuta come “l’ombelico del mondo”.

E’ considerato un “centro energetico” che infonde carica positiva e rinnovatrice toccandola con le mani o, meglio ancora, con la fronte. Per quanto ci riguarda il potere di questa terra l’abbiamo avvertito subito, al primo respiro, al primo contatto.

Isola di Pasqua Te Pito Kura

Quando sarete ubriachi di Moai, potrete fare trekking, andare a cavallo o decidere, come abbiamo fatto noi, di farvi accompagnare nella parte occidentale, nel sito di Ana Te Pahu. Si tratta di un gruppo di caverne vulcaniche formate dalla lava solidificata. Molte sono collegate tra loro e hanno uscite sulle scogliere a picco sul mare. Non servivano solo come rifugi ma erano vere e proprie abitazioni. Siamo rimasti sorpresi nel sapere che anche i nonni della nostra guida hanno vissuto li, fino a pochi anni fa. Dalle fessure nella roccia entrava la luce e l’acqua piovana consentendo la coltivazione di varie piantagioni.

Nella caverna di Ana Kai Tangata si vedono bene le pitture rupestri e si narra venisse usata per riti cannibali.

Ci teniamo a raccomandarvi di non avventurarvi da soli, è facile farsi male e anche perdersi nei cunicoli.

Anche il piccolo Museo antropologico Sebastian Englert merita una visita. Si possono vedere alcuni reperti interessanti, tra cui l’unico occhio originale che adornava i Moai, già perchè originariamente le statue avevano pupille di corallo bianco nelle orbite oggi vuote.
L’ingresso è gratuito.

Isola di Pasqua caverna fronte mare
Vista dall’interno di una caverna

Isola di Pasqua caverna incisioni Moai nella caverna

Come si arriva all’Isola di Pasqua

L’Isola di Pasqua è collegata solamente a Santiago del Cile con voli giornalieri della compagnia aerea Latam Airlines, o a Tahiti con voli settimanali.

Rapa Nui National Park

Il Rapa Nui National Park è praticamente tutta l’isola di Pasqua, essendo l’intero territorio un parco naturale. Il biglietto d’ingresso si può acquistare subito all’uscita dell’aeroporto o al sito di Rano Kau. Costa 54000 pesos cileni, circa 80 Euro a persona e permette di entrare per 5 giorni in tutti i siti dell’isola, quante volte volete, tranne a Rano Raraku e Orongo che si può entrare una sola volta.

Isola di Pasqua cavalli allo stato brado

Clima

L’Isola di Pasqua ha un clima subtropicale con temperature sempre gradevoli che si aggirano intorno ai 20°C, senza troppa escursione termica tra una stagione e l’altra.

L’alta stagione va da gennaio a marzo, mesi in cui salgono i prezzi delle camere e la temperatura, che raggiunge i 28°C. Non fa mai troppo caldo, essendo una zona molto esposta ai venti.

Programmare un viaggio all’inizio di febbraio significa poter assister al Tapati festival, una celebrazione molto coinvolgente, dove tutti gli abitanti si sfidano in gare sportive ed esibizioni di ballo. E’ la massima espressione delle tradizioni locali a cui il popolo Rapa Nui è profondamente legato.

Da luglio a settembre sono i mesi più freddi con temperature intorno ai 18°C.

Le piogge sono sempre frequenti, ma abbondanti soprattutto ad aprile e maggio.

Spiagge

Non aspettatevi distese di spiagge bianche sull’isola di Pasqua. Quasi tutta la costa è rocciosa e le nere scogliere evidenziano la sua origine vulcanica. C’è la piccola spiaggia rosata di Ovahe Beach, ideale per godersi una giornata di sole o per fare immersioni e snorkeling, ma l’unica vera spiaggia è la vicina Anakena Beach.

Isola di Pasqua spiaggia di Anakena Moai

Isola di Pasqua Anakena beach Moai

A rendere unico questo angolo di paradiso, i sette Moai di Ahu Nau Nau, allineati e completi di acconciature. La forma cilindrica sul capo, associata spesso a dei cappelli, riproduce la tipica pettinatura maschile dell’epoca, usata dai capi durante le cerimonie. Questa parte è realizzata con una pietra diversa rispetto al corpo, è un tufo rossastro che veniva estratto dalla cava di Puna Pau. Un pò staccato dal gruppo il Moai solitario di Ahu Ature.

Osservarli dal mare è straordinario! A luglio l’acqua era troppo fredda per fare il bagno, ci siamo solo bagnati i piedi. Poi abbiamo aspettato il tramonto nel bar sulla spiaggia gustandoci un delizioso dessert di frutta.

Isola di Pasqua Anakena al tramonto Moai

Dove mangiare

I prezzi sono abbastanza elevati perchè la maggior parte del cibo viene importato. Il pesce è l’alimento base che si trova fresco praticamente ovunque, ma ci sono anche fastfood, ristoranti di carne e pizzerie.

Vi consigliamo di andare al ristorante Kaloa. La posizione è eccellente, con vista sull’oceano e sul tramonto. I piatti sono buonissimi e i prezzi, contrariamente a quanto si possa pensare, sono molto ragionevoli rispetto al resto dell’isola.

Degno di citazione anche il ristorante Aringa Ora, sulla via principale, si riconosce dalla coppia di finti Moai all’ingresso. Portate semplici ma buone e prezzi onesti.

Non importa dove scegliete di mangiare, ma non lasciate l’isola senza aver assaggiato un piatto di ceviche, una specialità cilena e peruviana a base di tonno marinato nel lime con patate e frutta. Ne abbiamo mangiato tanto in Perù ma qui ha un sapore più esotico e intenso.

Ahu Akivi sette Moai che guardano il mare
Ahu Akivi, i sette Moai che guardano il mare

Dove dormire

Nonostante l’isola sia piccolissima, le soluzioni per dormire sono davvero tante. Vi indichiamo quello in cui siamo stati noi, il piccolo hotel O’tai, situato a pochi metri dal centro di Hanga Roa. Merita per il comodo servizio di trasferimento gratuito da e per l’aeroporto, per il bel giardino curato dotato anche di piscina e l’atmosfera tranquilla. La camera molto ampia con balcone e bagno, l’abbiamo pagata 150 euro al giorno con colazione inclusa. Rientra in una categoria “media”.

Immerso in un’oasi verde l’Hotel Manavai, veramente un “bijoux”.

Fra le strutture più economiche ci sono ostelli, come il Kona Tau, dove ci siamo appoggiati per il noleggio scooter e i bungalows detti “cabañas”, ideali anche per chi viaggia in gruppo. Ce ne sono tanti e sono gestiti direttamente dalle famiglie che in questi anni si sono organizzate per ospitare i turisti. I prezzi variano a seconda della grandezza, ma indicativamente si aggirano sui 60 euro a notte per due persone. C’è anche un campeggio, il Mihinoa che noleggia tende e tutto il necessario.

Il nostro Itinerario in breve

  • 1°giorno: Rano Raraku + Ahu Tongariki
  • 2°giorno: Mattina al vulcano Rano Kau + Orongo, pomeriggio grotta di Ana Kai Tangata poi grotte di Ana Te Pahu con sosta ad Ahu Akivi. Moai di Tahai per il tramonto.
  • 3°giorno: Giro nella cittadina di Hanga Roa e al museo, poi al sito Te Pito Kura e spiagge di Ovahe e di Anakena.

Moai Ahu Tongariki Elisa ed Enrico

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8 risposte

  1. Un posto che dire stupendo è poco! Sin da piccola ho una vera fissa per l’isola di Pasqua, la sua storia e i suoi misteri mi affascinano moltissimo, e un giorno spero davvero di vederla. Il vostro articolo mi ha fatto ripensare a quanto sarebbe bello visitarla!

    1. Ciao Eleonora,
      Grazie di aver condiviso il tuo splendido pensiero qui con noi.
      Sí è vero, è un’ isola che ha un fascino tutto suo…
      Se avrai la possibilità di visitarla siamo sicuri che ti lascerà delle emozioni indimenticabili.

  2. Che sogno questo posto! E che fortuna per voi averlo visto! 🙂 Così lontano ma così affascinante…Bello il tour delle caverne, non ne avevo mai sentito parlare!

    1. Ciao Viola,
      Sì hai ragione quando scrivi che è un posto da sogno!!! Abbiamo avuto la fortuna di poterla visitare perchè eravamo, per così dire, “di passaggio“…durante il nostro viaggio di nozze che si è poi concluso in Polinesia.

      A presto
      Elisa & Enrico

  3. Ma che avventura meravigliosa! L’isola di Pasqua è uno di quei sogni nel casetto che ancora non abbiamo mai avuto modo di realizzare. Sta li da tempo ormai …
    Più vedo le foto di chi c’è stato, più leggo articoli pieni di energia e di meraviglia e più si accende il desidero di calpestare questa terra antica, ricca di bellezza!

    1. Ciao Alessandra,
      proprio perchè sta lì da troppo tempo che è giunta l’ora per voi, come per chiunque altro, di trovare il modo di visitarla il prima possibile!

      A presto
      Elisa & Enrico

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Siamo Elisa ed Enrico, compagni di vita e di viaggio. Abbiamo iniziato a girare il mondo insieme nel 1999 e non siamo più riusciti a smettere. Pensavamo di essere affetti da una rara patologia di viaggio dipendenza scoprendo poi quanto fosse diffusa…

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