Il primo impatto è stato forte. Pensavamo di essere pronti al caldo, al caos, agli odori forti ma la realtà di Delhi ci ha aggredito con una forza inaspettata…
L’istinto iniziale é stato quello di scappare via, anzi, ad essere sinceri questa sensazione non ci ha mai abbandonato per tutto il viaggio. Poi, una volta lontani, c’è mancata. Mancata tanto, nel profondo. L’abbiamo capita e amata tardi e ve la vogliamo raccontare.
L’India è tutti gli aggettivi belli che vi vengono in mente ed il loro esatto contrario. Capace di trasmettere allo stesso tempo voglia di fuggire e desiderio di rimanerci per sempre.
Dicono che o si ama o si odia, una cosa è certa non può lasciare indifferenti.
Nessun libro, film, foto o racconto potrà mai prepararvi davvero.
E’ una terra di contrasti fatta di sfarzo e povertà assoluta, di inebrianti profumi di spezie mescolati al tanfo di fogne a cielo aperto, di giardini curati e montagne di immondizia.
Con una vecchia Ambassador senza aria condizionata e un discutibile driver siamo arrivati fino a Varanasi, dopo due incidenti (lievi) e dopo essere rimasti tre volte a piedi.
Vi presentiamo il nostro itinerario di 10 giorni a cui è seguito un soggiorno mare alle Maldive.
1°giorno: Delhi
Ci siamo addentrati dentro Chandni Chowk la via principale di Old Delhi, tra la calca dei bazar, dei risciò, tra carretti, mucche, venditori e bambini. In quella confusione colori e profumi mettevano in ombra qualsiasi grande magazzino. Eravamo disorientati ma incantati dai frenetici ritmi indiani.
Consideriamo imperdibile la visita al Red Fort (Lal Qila) che rimane il luogo migliore di Delhi per immaginare l’antico splendore della città ai tempi dell’imperatore moghul Shah Jahan, il sovrano a cui si deve anche il Taj Mahal. Prende il nome dalle imponenti mura di arenaria rossa che si estendono per 2 km e in alcuni punti arrivano ad un’altezza di 33 metri. Le parti più interessanti sono gli appartamenti imperiali, la zona dell’hammam, la moschea e la bella fontana a forma di fiore di loto nel palazzo delle spose e concubine.
A sud del Red Fort si trova il Raj Ghat, un grande giardino molto curato, immerso in una rasserenante atmosfera di pace e silenzio, dove una piattaforma quadrata indica il luogo in cui Gandhi fu cremato dopo essere stato assassinato. Sul marmo nero sono incise le sue ultime parole “Hai, Ram” (Oh, Dio). E’ una meta di continuo pellegrinaggio di tanti fedeli che ogni giorno arrivano portando fiori e offerte.
2°giorno: da Delhi a Jaipur
Ci siamo fermati a vedere il Bahai House of Worship (Lotus Temple) il tempio di New Delhi a forma di fiore di loto composto da 27 marmorei petali bianchi. E’ il luogo di culto dei seguaci della religione bahai, che predica l’unità di tutte le fedi.
La strada da Delhi a Jaipur (240 km) è sempre molto trafficata. Piena di camion e lunghe code che il nostro autista evitava andando nella corsia opposta e guidando contromano! “In India funziona così” diceva con un inglese improvvisato, guardando divertito le nostre facce incredule e preoccupate.
Arrivati a Jaipur, abbiamo visitato l’Amber Fort. Situato su una collina verde e raggiungibile in macchina o a dorso di uno dei tanti elefanti dalle proboscidi dipinte che portano fino all’ingresso principale.
Costruito in arenaria rossa e marmo, si distingue dagli altri Forti per la sua forma del tutto particolare sviluppata su quattro sezioni e per le decorazioni, presenti soprattutto nelle stanze dove piccoli specchi che riflettono la luce rivestono le pareti. Ampie sale in marmo, imponenti porte, cortili e la grandiosa vista sulle montagne.
Nei dintorni di Jaipur, abbiamo fatto una veloce sosta al Jal Mahal un palazzo in marmo sommerso per gran parte dall’acqua di un lago artificiale.
3°giorno: Jaipur
Caotica, affollata, sporca, inquinata, rumorosa, irritante. Affascinante e unica con i suoi palazzi rosa. Jaipur, la città dei maharajah viene considerata la porta di accesso al Rajasthan che significa appunto “terra dei re”.
Siamo stati letteralmente presi d’assalto dai tanti procacciatori d’affari che insistentemente ci proponevano di accompagnarci ovunque, trovandoci immersi in quella realtà così assurda circondati da intoccabili mucche sacre, cammelli, veicoli di ogni genere, mendicanti e storpi con grovigli di fili elettrici sulla testa su cui correvano isteriche scimmie in cerca di cibo.
Il palazzo dei venti Hawa Mahal è un’elegante struttura ad alveare di cinque piani in arenaria rosa costruita per consentire alle donne della corte di assistere alle processioni e osservare la vita quotidiana della città senza essere viste. Dal tetto si gode un bel panorama e dalle piccole imposte si possono ottenere inquadrature originali sul via vai della gente.

Per circa due ore abbiamo girato all’interno del City Palace, il complesso di palazzi, cortili e giardini che fu la sede del Maharaja di Jaipur. Gli elementi più interessanti sono il Peacock Gate eccezionalmente decorato, i grandi vasi d’argento che si trovano nel Diwan-I-Khas e l’armeria, con la vasta collezione di armi.
4°giorno: Jaipur-Fathepur Sikri – Agra
Il tragitto da Jaipur ad Agra (235 km) è stato molto interessante, ci ha permesso di vedere immagini diverse: donne che lavoravano nei campi, contadini che trasportavano il legno con i dromedari, ragazzi che andavano a scuola e anche un gruppo di indiani inseguiti da un toro in mezzo alla strada.
A circa 100 km da Jaipur sulla strada per Agra ci siamo fermati al villaggio di Abhaneri che ospita uno dei più grandi pozzi a gradini del Rajasthan il Chand Baori.
Ben undici livelli che scendendo a zig zag per una ventina di metri creano un incredibile effetto geometrico.

Poi Fatehpur Sikri, la magnifica città fortificata che fu per un breve periodo la capitale dell’impero moghul guidato dall’imperatore Akbar che la fece costruire dopo la nascita del figlio tanto atteso. L’architettura è una riuscita mescolanza di stile indù e stile islamico.
Abbiamo camminato senza scarpe sotto una pioggia torrenziale che non ci ha lasciato tregua. Il viaggio è proseguito per altri 40 km fino ad arrivare ad Agra.
5°giorno: Agra
Giornata dedicata alla visita del Taj Mahal di cui vi raccontiamo in questo articolo.
6°giorno: Agra – Gwalior – Orcha
Uno dei forti più belli di tutta l’India è l’Agra Fort, composto da un labirinto di edifici che costituiscono una vera città dentro la città. Nel tempo è stato privato dei suoi rivestimenti migliori, ma nonostante tutto mantiene un fascino indiscutibile. Dalle sue terrazze abbiamo ammirato il Taj Mahal da lontano come faceva l’imperatore Shah Jahan che, detronizzato dal figlio, venne imprigionato nella torre del Forte, dove trascorse gli ultimi otto anni della sua vita guardando il mausoleo con malinconia. Se non fosse stato fermato, avrebbe fatto costruire per le sue spoglie un altro Taj Mahal in marmo nero, dall’altra parte del fiume.
Ci siamo spostati a Sikandra per vedere il mausoleo di Akbar, tomba in marmo e arenaria bianca del più grande imperatore moghul.
Abbiamo visitato anche il Baby Taj, la meravigliosa tomba del nonno di Mumtaz Mahal, (Itimad-Ud-Daulah). Molto simile al Taj Mahal ma senza la maestosa cupola. L’edificio è quadrato disposto su due livelli con quattro minareti agli angoli.


Gwalior è stata una tappa intermedia prima di arrivare in tarda serata a Orcha (280 km da Agra). La reggia di Man Mandir sull’acropoli è caratterizzata dalle decorazioni in maiolica smaltata nelle tonalità del blu, del verde e del giallo. A ricordarci questo posto sono anche le centinaia di pipistrelli che lo popolavano.
7°giorno: Orcha – Khajuraho
Il settimo giorno è iniziato visitando il tempio di Orcha e del suo tranquillo villaggio circondato dalla campagna per poi arrivare ai grandiosi templi di Khajuraho famosi per le sculture erotiche ispirate al Kamasutra. Lungo l’intero perimetro dei templi corrono fregi in pietra scolpita con straordinaria raffinatezza che rappresentano una sorta di racconto della vita indiana del passato, i protagonisti sono dèi, guerrieri, animali reali e mitologici. Ma il soggetto principale sono gli amanti raffigurati con elegante sensualità in ogni genere di atto sessuale considerato dagli antichi indù un’arte fonte di energia, piacere ed elevazione interiore, priva di ogni peccato.
8°/9°/10°giorno: Khajuraho – Varanasi
Un giorno di viaggio, circa dieci ore, per giungere a Varanasi, dove ci siamo fermati due giorni e di cui vi raccontiamo in questo articolo.
Namasté India!