I borghi della Daunia custodiscono un immenso patrimonio di bellezze che, per molti versi, è ancora da esplorare, vivere e promuovere come merita.
Sono contenta di aver preso parte al press tour Theke la Daunia a Natale che mi ha dato modo di visitare un’area della Puglia lontana dai soliti circuiti turistici.
Lucera si trova a meno di 20 km da Foggia, ed è la città d’arte dove culture millenarie si sono incontrate dando vita a un centro capace di affascinare i visitatori per la ricchezza e l’imponenza di eredità storiche come la Fortezza Svevo-Angioina, l’Anfiteatro Romano, la Cattedrale, i palazzi nobiliari. È anche l’ideale porta di accesso ai borghi dei Monti Dauni e proprio da qui parte questo itinerario.
I borghi della Daunia: Lucera
Dedicato a Giuseppe Fiorelli, archeologo e numismatico dell’800, il Museo di Lucera nasce nel 1905 dalle donazioni di alcune benestanti famiglie locali interessate a raccogliere reperti che tracciassero la storia della città nel corso dei secoli. Misero anche a disposizione oggetti e arredi che avevano adornato i loro saloni.
Il Museo ha trovato sede permanente nel palazzo nobiliare De’Nicastri-Cavalli in pieno centro storico. Lungo il percorso, articolato in una ventina di ambienti, sono esposti reperti archeologici di varie epoche: ceramiche daune, bronzi, terrecotte votive, armi, monete, mobili del ‘700, dipinti, un presepe napoletano con personaggi in ceramica.
La testa di Ercole, la Venere marina e il grande mosaico pavimentale rinvenuto magicamente intatto nell’area delle antiche terme, sono a mio avviso i pezzi più interessanti.
Alle spalle del Museo Fiorelli la bellissima Cattedrale di Lucera, chiesa tra le più rappresentative dello stile gotico-angioino. Carlo II pare cominciò a costruirla sulle macerie di una moschea e come segno del ritrovato primato della fede cattolica dopo la permanenza dei musulmani, fu dedicata a Santa Maria, patrona della città. La facciata asimmetrica domina la signorile Piazza Duomo mentre l’interno con pianta a croce latina ha tre navate, in fondo a quella centrale fa da altare la tavola che Federico II usava come mensa a Castel Fiorentino.
Durante il mio soggiorno, dal 6 al 9 dicembre, si è svolto il Lucera Light Festival, uno spettacolo di luci colorate che ha creato un’atmosfera da sogno in tutta la città. Addirittura Babbo Natale ha deciso di fermarsi qui qualche giorno e rivederlo mi ha fatto emozionare come una bambina, ve lo racconto in questo articolo: Tutta la magia del Natale a Lucera.
Sotto i romani Lucera fu colonia di diritto latino e in seguito municipium. Cosa che le diede il vantaggio di godere di ampie autonomie, come il privilegio di avere una propria magistratura e una propria moneta. Possedeva un po’ tutte le caratteristiche di una città romana quindi ecco spiegata la presenza di edifici termali, templi e luoghi di svago come il maestoso Anfiteatro Augusteo.
Venne fatto costruire dal facoltoso magistrato Marco Vecilio Campo in onore di Augusto e della città di Lucera. L’iscrizione posta sugli architravi dei portali di ingresso riporta il suo nome. Attesta che fu lui a sostenere le spese necessarie e a mettere a disposizione un’area di proprietà. Si conquistò così la simpatia del popolo lucerino.
Con 127 metri di lunghezza per 95 di larghezza distribuiti su una pianta ellittica, poteva ospitare fino a 18.000 spettatori che accorrevano per assistere alle lotte tra gladiatori e tra gladiatori e animali.
Venne distrutto nel 663, poi nei secoli successivi utilizzato come cava di pietre fino ad interrarsi progressivamente. Gli scavi iniziati nel 1932 lo riportarono alla luce e grazie anche a recenti lavori di recupero è diventato luogo di manifestazioni culturali per un migliaio di persone con posti a sedere, compresa una zona adatta ai disabili nell’anello superiore. In assoluto una delle testimonianze più importanti dell’Italia meridionale.
La città sorge su tre colli; sul più alto, il colle Albano, svetta la Fortezza Svevo Angioina, meglio conosciuta come Castello di Lucera. Notevole esempio di fusione tra architettura civile e militare, fu costruita nel XIII secolo sui resti di un sito abitato già nel Neolitico. Federico II di Svevia ci costruì la propria dimora: il Palatium e dalla Sicilia fece arrivare circa 20.000 sudditi musulmani.
Agli Svevi seguirono i Francesi di Carlo I d’Angiò. Sotto il suo regno il Palatium si trasformò da residenza nobiliare a fortezza presidiata costantemente per fronteggiare eventuali rivolte.
Il dirupo da un lato e la cinta muraria lunga 900 metri lo rendevano praticamente inaccessibile. Secondo la tradizione una segreta galleria sotterranea collegava il fossato al centro di Lucera, arrivando fin sotto un pozzo detto “dell’Imperatore”.
Il Castello rimase fortemente danneggiato col terremoto del 1456 e dopo anni di incuria gli uomini ne aggravarono il decadimento incominciando a saccheggiare le macerie per rifornirsi di materiale edile.
Solo agli inizi del ‘900 tornò a suscitare interesse e oggi è una tappa tra i borghi della Daunia a cui non si può rinunciare. Giunti all’interno della Fortezza si accede alla Torre della Leonessa e ad un breve tratto del camminamento utile per scorgere i resti del Palatium federiciano.
Ad arricchire ulteriormente la visita ci ha pensato TeraLabs che propone un viaggio nel tempo attraverso un sofisticato sistema di realtà aumentata. Se volete provate questa esperienza interattiva rivolgetevi al personale direttamente all’ingresso.
I borghi della Daunia: Troia
Troia merita una sosta per le sue diverse architetture, frutto delle dominazioni cui fu sottoposta: evidente la presenza romana, quella sveva e infine la predominanza del potere religioso. La Cattedrale è il monumento iconico della cittadina dei Monti Dauni, a caratterizzarla il particolare rosone a undici raggi e i tanti richiami all’arte islamica.
Nel Museo del Tesoro situato nei pressi della chiesa, oltre ai paramenti liturgici, alle pergamene e ai busti argentei dei Santi Patroni, si possono vedere tre Exultet, rari codici miniati di valore straordinario.

Troia si snoda intorno a via Regina Margherita, la strada principale, un tempo chiamata Via Appia Traiana. Come allora è punto di incontro e sede delle principali attività.
Una passeggiata consente di perdersi ad osservare i dettagli degli antichi palazzi signorili, sapete che ogni portone è diverso dall’altro? Se ne trovate qualcuno aperto date una sbirciatina veloce, scommetto che trovate un cortile interno sorprendente!
Ma a sorprendervi davvero sarà “La Passionata” un dolce buonissimo, oserei dire “divino” vista la vicinanza con la Cattedrale. Si tratta di un vero capolavoro che unisce tre tipi di ricotta sotto una sottile copertura di pasta di mandorle. Solo a descriverla mi viene l’acquolina in bocca… vabbè sappiate che l’ormai celebre e multipremiata Pasticceria Casoli effettua anche spedizioni online!
I borghi della Daunia: Biccari
Circondato da boschi e vigneti, Biccari è un minuscolo borgo medievale dove il tempo sembra essersi fermato. Con una ragazza del gruppo, appassionata anche lei di fotografia, sono più volte rimasta indietro perché qualche affascinante scorcio catturava la mia attenzione.
Lasciato il paesino abbiamo raggiunto il Lago Pescara, l’unico lago naturale presente in tutta la Puglia. Situato ai piedi del Monte Cornacchia, la vetta più alta della regione, offre aree attrezzate, punti di osservazione e numerosi sentieri escursionistici.
Con la bella stagione vi consiglio di fermarvi al Daunia Avventura, un parco pieno di percorsi acrobatici e passaggi sospesi tra gli alberi. Il divertimento è assicurato a tutte le età!
Se non vorrete più venire via, beh potete anche rimanere lì e provare il “Bed&Tree” ovvero l’esperienza di dormire in una casetta sull’albero. Per ulteriori informazioni e prenotazioni: +39 342.3720882.
Dove dormire per visitare i borghi della Daunia
Per le mie tre notti a Lucera ho avuto l’opportunità di alloggiare all’interno di uno dei più bei palazzi dell’ottocento, proprio accanto alla Cattedrale e al Palazzo Vescovile.
La Maison Rosa Stella non è un semplice B&B, ma un mix tra un piccolo albergo di lusso e una casa amorevole che sfiora la perfezione, grazie ad una sapiente gestione della signora Rosa Stella e dei suoi famigliari.
Lo stile shabby chic arreda le sei camere, tutte servite da bagno privato, aria condizionata/riscaldamento, Tv satellitare, Wi-Fi gratuito, frigobar, cassaforte. La posizione centrale permette di scoprire la bellezza nascosta della città spostandosi comodamente a piedi.
Dove mangiare (e bere)
Un motivo in più per visitare i borghi della Daunia sono le infinite bontà da gustare perché in Puglia si mangia bene e soprattutto tanto. “Preparati a ritornare con qualche chilo in più” – dicevano.
Ora ho capito.
A farmi conoscere per primo le specialità del territorio è stato lo Chef Laskavj Paolo Giuseppe gestore, insieme alla moglie, del ristorante “Il Cortiletto” nel cuore di Lucera.
La sua cucina rielabora con fantasia le ricette della tradizione e stupisce per l’accurata presentazione dei piatti.
Le pietanze sono stata accompagnate da una speciale degustazione dei vari tipi di olio extra vergine di oliva e da ottimi vini, primo fra tutti il rosso Cacc’e Mitte, dal profumo intenso e dal gusto corposo.
Il nome tipicamente lucerino del DOC significa “tira e metti”, con riferimento al modo di vinificare locale, nel senso di cacciare fuori dalla vasca il mosto ottenuto dalla pigiatura (“Cacce”) per poi mettere altra uva del successivo utilizzatore (“Mmitte”). Ma si presta anche al concetto moderno di stappare, bere subito e versarlo nuovamente nel bicchiere.
L’elegante locale si trova nel palazzo settecentesco De Nicastri che in estate vanta un bellissimo cortile interno.
Ho avuto modo di provare altri piatti pugliesi coniugati a tecniche di alta scuola nel ristorante “Cirasella”, sempre in centro a Lucera, di fronte al Duomo.
Tra le proposte dello chef Massimo Scirocco vi suggerisco le orecchiette con cime di rapa, salsiccia, stracciatella e briciole di pane povero. Qui trovate anche menù vegani, vegetariani e a base di pesce, la cui preparazione si avvale di vivaci abbinamenti innovativi.
Massimo, nonostante sia molto giovane, ha già all’attivo collaborazioni importanti e nel 2014 ha vinto la rassegna gastronomica come miglior chef emergente della Puglia.
C’è poco da aggiungere, quando si svolge il proprio lavoro spinti dalla passione per ciò che si fa e non solo per il Dio quattrino, la differenza si vede… e si sente!
Per una sosta più veloce vi segnalo “La Taverna del Lupus” e per chi ha voglia di pizza “Il Fico”. Viene preparata secondo antiche ricette del settore e cotta rigorosamente nel forno a legna per garantire la giusta croccantezza. Provare per credere.
A conclusione di un degno itinerario in mezzo ai borghi della Daunia ci vuole una visita in una delle tante cantine vinicole. Se scegliete “La Marchesa” andate a colpo sicuro!
L’azienda di Sergio Lucio Grasso e Marika Maggi coltiva vitigni autoctoni e racconta il territorio attraverso i propri vini. Una produzione limitata atta a preservare la qualità del prodotto finale, così come la scelta di eseguire a mano tutte le lavorazioni. “Siamo potatori da generazioni” – racconta Sergio – “Perché solo l’occhio esperto sa cosa tagliare per ottenere il meglio dalla pianta”.
Conoscerli, ascoltare la loro storia fatta di amore e impegno costante, pranzare tra le botti e respirare i profumi della terra, è stato uno dei momenti più intensi di questo piccolo, grande viaggio in Puglia.
In collaborazione con Theke la Daunia a Natale.