Lima, definita la “Città dei Re” è una delle più importanti capitali del Sudamerica, dove modernità e tradizione si mescolano.
Siamo partiti dal cuore della città, Plaza de Armas, la piazza principale, testimonianza non solo della fondazione da parte degli spagnoli capitanati da Francisco Pizarro, ma anche dei movimenti di indipendenza del Perù.
Abbiamo visitato la Cattedrale, costruita dagli spagnoli in stile barocco, la chiesa di San Francisco con le sue inquietanti catacombe e assistito al cambio della guardia davanti al Palazzo del Governo.
Molto grazioso il parco degli innamorati “El Parque del Amor” sul lungomare di Miraflores. Le panchine decorate a mosaico ricordano quelle del Parco Güell di Gaudì a Barcellona.
Ci siamo uniti alle tante coppie che si facevano scattare foto ricordo sotto la statua del bacio.
Con il confortevole bus Royal class siamo arrivati a Paracas, percorrendo la Panamericana Sud che costeggia la costa del Pacifico. Paesaggi bellissimi dove le dune di sabbia si confondono con le montagne. E’ una località in cui ci si ferma per poter visitare le Isole Ballestas, ma è frequentata anche come destinazione balneare essendo caratterizzata da un clima mite e piacevole tutto l’anno.
Raggiunta Nazca temevamo di non riuscire a sorvolare le famose linee perché c’era molta nebbia e se le condizioni climatiche non sono ottimali i piccoli aeroplanini non partono… Ma ce l’abbiamo fatta ed è stata adrenalina pura!
Tutt’oggi gli studiosi non sono ancora riusciti a comprendere la finalità ed il significato di queste immense linee che formano più di 800 disegni di animali e di piante non comuni nella zona ed osservabili solamente dal cielo.


C’è anche un piccolo osservatorio, una torretta in ferro chiamata Mirador se non volete prendere l’aereo, da lì si possono vedere in prospettiva il disegno delle mani e dell’albero.
Nei dintorni, meritano una visita anche gli acquedotti di Cantayo (foto sopra), i laboratori di ceramica e quelli di lavorazione dell’oro.

Ripreso il bus, abbiamo raggiunto Arequipa. Conosciuta con il nome di “Città Bianca”, perché ricca di edifici in stile spagnolo e di chiese antiche costruite con la tipica pietra bianca della zona.
Dal tranquillo quartiere di Chilina abbiamo proseguito con la visita alla Plaza de Armas, della Cattedrale, della chiesa de la Compania con i suoi chioschi.
Abbiamo visitato il celebre monastero di Santa Catalina, unico al mondo con i suoi stretti vicoli e le sue piazze, tutte con un nome di una città spagnola.
Una vera e propria cittadella religiosa con 20.000 mq di superficie e uno straordinario complesso architettonico. Abbiamo visto anche il museo di Janita, la famosa mummia ritrovata nei pressi del vulcano Misti a 6.000 metri di quota e dedicato tempo a curiosare fra le botteghe di souvenir del centro storico.
Con una macchina privata, siamo partiti in direzione Canyon del Colca, attraversando le pampas di Canahuas, uno dei pochi posti al mondo dove si possono osservare le vigogne allo stato brado. In questa immensa riserva si trovano anche lama e alpaca.
Ogni volta che aprivamo la portiera per scendere a scattare qualche foto alle immense distese incorniciate dalle Ande innevate, l’aria si faceva sempre più rarefatta. Maria Lourdes Ventura, la nostra guida, non faceva che dirci: “piano, con calma!”
Il mal d’altura, crea fastidio a tutti, chi più chi meno, lo si combatte bevendo il mate di coca un infuso di acqua calda e foglie di coca essiccate che si trova ovunque anche nelle hall degli hotel.
Se i giramenti di testa sono forti si possono masticare le foglie, come fanno i locali, ma il sapore è decisamente amaro.
Il punto più elevato che abbiamo attraversato è il Mirador de los Andes (4910 metri di altitudine) che segna il limite tra la zona andina e quella dell’altopiano.
Raggiunta la “cruz del condor” siamo stati ore a contemplare la spettacolare vista sul Canyon, uno dei più profondi al mondo, ben 3000 metri di dislivello, mentre alcuni flauti intonavano “il Condor pasa” e nell’aria i mastosi uccelli si libravano sotto gli obiettivi delle tante macchine fotografiche.
Ci siamo presi tempo per rilassarci nelle calde acque di La Calera e per passeggiare fra le gente di Chivay.
Dopo 8 ore di strada (400 km) abbiamo raggiunto Puno, tappa necessaria per l’escursione sul lago Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo.
Siamo andati alla scoperta delle isole galleggianti degli Uros, popolazione indios il cui modo di vita ha da sempre attirato la curiosità dei visitatori. Vivono in capanne costruite in paglia totora, così come le loro imbarcazioni e si nutrono di sola pesca. La totora è commestibile, l’abbiamo assaggiata e sa di lattuga.
Seppur oggi sia un posto molto turistico e si dice che gli abitanti non vivano realmente li, la pace che si respira e i sorrisi curiosi dei bambini bhe, quelli sono veri.
Un’incredibile mescolanza di colori: da quelli vivaci degli abiti tradizionali, al blu del cielo riflesso nell’acqua alle diverse sfumature di giallo delle canne.
La navigazione è proseguita fino all’isola di Taquile, camminando poi fino al piccolo ristorantino sulla vetta, dove abbiamo pranzato a base di troucha, la trota del lago e incontrato gli abili tessitori che abitano l’isola. La meravigliosa vista ci ha ripagato delle fatiche.
Durante il tragitto verso Cuzco abbiamo visitato il bel tempio di Viracocha a Raqchi e la chiesa di Andahuayllas con la pittoresca cappella conosciuta come “piccola Sistina”. Ci siamo fermati a girare fra i mercatini ricchi di bellissimi ponchos, maglioni e coperte in lana di alpaca.

Sempre col bus, siamo arrivati a Cuzco che nella lingua quechua significa “ombelico del mondo”. La capitale dell’impero Inca è una delle città più turistiche del Perù. Le sue strade sono sempre animate da folle di turisti e venditori ambulanti, ricca di storia e di testimonianze dell’epoca coloniale.
A 3.500 metri d’altezza, circondata dalle cime andine, è una buona fermata per esplorare la Valle Sacra tra villaggi e siti di straordinaria bellezza come Moray.
Un luogo ideale per entrare in contatto con la Pachamama, la dea terra, dell’agricoltura e della fertilità. Viene considerato uno dei primi esempi dei loro esperimenti agricoli. Qui infatti, nei terrazzamenti concentrici della grande cavità, gli Incas coltivavano i prodotti a diverse altezze.
Meritano una sosta: il tempio Koricancha, l’anfiteatro di Kenko, Puka Pukara la fortezza rossa, Tambomachay e Sacsayhuaman un’altra bella fortezza.
Carinissimo il pittoresco mercatino domenicale di Chinchero, che regala vedute magnifiche sulla Valle. Lo si trova anche al martedi e giovedi, ma è alla domenica che gli abitanti scendono dalle colline per andare a comprare e spesso barattare i loro prodotti.
Da non perdere la visita alle saline di Maras (chiuse da novembre a marzo). Sono più di 3000 vasche, ognuna di circa 5 mq, ricavate sul fianco della montagna già al tempo degli Incas e ancora oggi utilizzate per l’estrazione del sale.
Consigliamo la visita verso mezzogiorno, quando il sole illumina bene la zona che altrimenti sarebbe in ombra.
Ollantaytambo è nota non solo per l’imponente fortezza che un tempo proteggeva l’entrata alla Valle Sacra, ma anche per la sua stazione ferroviaria che porta ad Aquas Calientes, il piccolo paesino annidato nella valle sottostante il Machu Picchu.
Ricordatevi di partire con uno zaino con l’occorrente per qualche giorno, in quanto sul treno sono consentiti solo bagagli a mano per un peso complessivo di 5 kg.
Abbiamo lasciato le valigie nella camera di Cusco e dedicato due giorni al Machu Picchu, meta principale del nostro viaggio. Ve lo raccontiamo nel post dedicato. Per poi tornare a Lima e proseguire verso il Cile.
Dove abbiamo dormito:
Hotel El Tambo a Lima
San Agustin a Paracas
Casandina a Nazca
Casona Solar Arequipa ad Arequipa
Casandina Colca al Canyon del Colca
La Hacienda Puno a Puno
Munay Wasi Inn a Cusco
Inti Punku Mapi ad Aguas Calientes
2 risposte
Grazie Elisa ed Enrico, ho trovato molto utili i vostri consigli per l’organizzazione del mio imminente viaggio in Perù, ci siamo, tra due giorni finalmente si parte!!!!! Complimenti per le foto, bellissime!
Ciao Cristina,
innanzitutto grazie! ci fà molto piacere poter essere utili a tutte le persone che come te apprezzano la nostra piccola grande passione per i viaggi.
Magari quando torni, se hai voglia e tempo, potresti aggiornarci su come è andata la tua vacanza in questo posto così “magico” come il Perù.
A presto,
Elisa & Enrico